I Resti della Chiesa e del Convento di S.Antonino un tempo di S. Maria delle Grazie rimangono oggi chiaramente leggibili le mura perimetrali della chiesa e della sagrestia.
Al centro si apre un portale in pietra sormontato da un’edicola che contiene una lapide con iscrizione in latino, a sua volta sormontata da un timpano. Ai lati, l’edicola è alleggerita da due fregi in stile barocco. Le pareti laterali presentano un doppio ordine: segnato da nicchie quello inferiore mentre quello superiore è forato da finestre. La Chiesa, costruita nella zona chiamata “giudaica”, appare ad unica navata e priva di transetto.
Nel fondo della navata si vedono ancora la parete absidale, e più avanti, un arco e ai lati di questo, un incontro di pilastri marmorei sporgenti riccamente decorati con capitello e fregi barocchi. Tutti gli elementi decorativi si debbono datare al 1696, anno in cui la chiesa fu restaurata a spese di un facoltoso romettese, Francesco Rubba, come si legge nella lapide marmorea che sovrasta il portale.
La Chiesa e il Convento (che sorgeva sul fianco destro) era stato fondato nel 1574 dai Frati Minori Conventuali che lo lasciarono subito dopo nel 1586. Fu nuovamente ristrutturato e riaperto nel 1639 su istanza del popolo e dei Giurati di Rometta che utilizzarono una cospicua elargizione in denaro fatta da Paolino Zuccarato di Rometta, francescano presso il convento d’Assisi.
Nel 1757, la Chiesa non si chiamava più S.Maria delle Grazie ma era conosciuta come dell’Immacolata Concezione e volgarmente di S.Antonino. Nel terremoto del 1783 l’edificio sacro fu danneggiato e ricostruito. Ma in quello del 1908, la Chiesa subì una devastazione tale che non fu più ricostruita.